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Nello Musumeci
Nello Musumeci


Presidente della Provincia di Catania
Durata mandato 19 febbraio 1994 –
25 maggio 2003
Predecessore Antonio Pennisi
Successore Raffaele Lombardo

Sottosegretario di Stato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Durata mandato 15 aprile 2011 –
16 novembre 2011
Presidente Silvio Berlusconi
Predecessore Pasquale Viespoli
Successore /

Dati generali
Partito politico La Destra

[[Categoria:Template:Bio/plurale attività Template:Bio/plurale nazionalità]]Template:Bio/catnatimortiCategoria:BioBot Sebastiano Musumeci, detto Nello (Militello in Val di Catania, 21 gennaio 1955), è Template:Bio/articolo[[Template:Bio/link attività|politico]] [[Template:Bio/link nazionalità|italiano]].

Biografia[]

Studi universitari in Scienze delle Comunicazioni; bancario, lavora nel Gruppo Unicredit ed è giornalista pubblicista.

La politica nel MSI[]

Entra in politica a 15 anni nelle fila della "Giovane Italia", organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano. A vent'anni è eletto consigliere comunale nella sua città, Militello in Val di Catania, e successivamente nei Comuni di Gravina di Catania e Castel di Judica.

A trentadue anni è eletto segretario provinciale del MSI di Catania. Consigliere provinciale dal '90 al'93.

Presidente della provincia[]

Nel febbraio 1994, con suffragio diretto, diviene, dopo il ballottaggio, presidente della Provincia di Catania con la sola lista MSI-Destra Nazionale. È riconfermato presidente nel '98, al primo turno, con oltre 310 000 preferenze, sostenuto da una coalizione di centrodestra. È considerato, assieme al sindaco del centrosinistra Enzo Bianco, uno dei protagonisti della cosiddetta "Primavera di Catania". Rimane in carica fino alla scadenza del secondo mandato (maggio 2003).

Aderisce nel 1995 a Alleanza Nazionale, e diventa coordinatore regionale per la Sicilia dal 2002 al 2004. Rimane in Alleanza Nazionale fino al settembre 2005, quando - in polemica con Fini - fonda Alleanza Siciliana, movimento autonomista di destra a carattere regionale.

In seguito a reiterate minacce mafiose ha vissuto sotto scorta dal '95 al 2001 e dal 2005 al 2006.[1] In un sondaggio condotto a fine 2002 da Datamedia è risultato il presidente di provincia più amato d'Italia. In un altro sondaggio del luglio 2010, condotto da Crespi, è risultato tra i primi otto politici più apprezzati in Sicilia.[2]

Parlamentare europeo[]

Deputato del Parlamento europeo per tre legislature (1994-2009) per la lista di Alleanza Nazionale nella circoscrizione Isole. Alle elezioni europee del 2004 ottiene 116.732 preferenze[3], ed è eletto dopo le dimissioni di Fini, risultando il deputato di Alleanza Nazionale più votato dopo Fini, Alemanno e Gasparri. A Bruxelles fa parte delle commissioni Pesca e Agricoltura, dell'Assemblea parlamentare euromediterranea e della commissione per l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea.

Con La Destra[]

Musumeci si candida alla presidenza della Regione Siciliana, a capo del neonato movimento Alleanza Siciliana, alle elezioni regionali del 2006. Ottiene il 5,3% contro il 53,1% dell'esponente del centrodestra e il 41,6% della candidata del centrosinistra Rita Borsellino.

Nel luglio 2007 è tra i fondatori de La Destra, il partito nato per iniziativa di un gruppo di ex parlamentari usciti da Alleanza Nazionale. Al nuovo partito aderisce anche Alleanza Siciliana, per decisione unanime del congresso regionale tenutosi a Catania nell'ottobre del 2007.

Per le elezioni amministrative 2008 a Catania, Musumeci si candida a sindaco della città, sostenuto dalla lista civica che porta il suo stesso nome.[4] Musumeci ottiene oltre il 25% dei voti, superando in preferenze il candidato del centrosinistra Giovanni Burtone, e arrivando a sfiorare il ballottaggio col candidato sindaco sostenuto dal centrodestra, Raffaele Stancanelli che viene eletto sindaco al primo turno. Musumeci risulta essere comunque il consigliere comunale più votato della città, con oltre 4.000 preferenze, seguito dal senatore Enzo Bianco dello schieramento di centrosinistra.

Il 6 dicembre 2008 viene eletto vice-segretario de La Destra dal Comitato centrale del partito, carica alla quale rinuncia l'anno successivo.

Ha insegnato all'Istituto superiore di giornalismo di Acireale e ha collaborato con l'ISSPE, l'Istituto siciliano di studi politici ed economici di Palermo. È autore di alcuni saggi storici sulla Sicilia del Novecento.

Sottosegretario al Lavoro[]

Nel settembre del 2010, ospite al meeting de La Destra a Taormina, il presidente del Consiglio annuncia la volontà di chiamare un rappresentante del partito di Storace nel governo. Il 5 febbraio 2011 il premier Silvio Berlusconi in una lettera aperta a Francesco Storace ribadisce di volere offrire una rappresentanza esterna nel suo Governo ad un esponente de La Destra, rimasta fuori dal Parlamento dopo le elezioni politiche del 2008. I vertici del partito propongono Musumeci come prossimo sottosegretario.

Il 15 aprile 2011 il Consiglio dei Ministri nomina Nello Musumeci nuovo Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La cerimonia di giuramento si svolge il 19 aprile a Palazzo Chigi. [5]. Resta sottosegretario fino alle dimissioni di Berlusconi nel novembre successivo.

La candidatura alla Presidenza della Regione Siciliana[]

Il 22 agosto 2012 Musumeci annuncia la sua candidatura a Presidente della Regione Siciliana sostenuto da La Destra, I Popolari di Italia Domani, Fareitalia e Alleanza di Centro. Successivamente Musumeci riceverà anche il supporto de Il Popolo della Libertà diventando il candidato ufficiale del centrodestra.

Il 29 ottobre 2012 viene sconfitto dal rappresentante del centrosinistra Rosario Crocetta ottenendo il 25,7% dei consensi[6].

Opere[]

  • L'ambasciatore Anfuso. Duce, con voi fino alla morte, Catania, CE.S.PO.S, 1986.
  • Ritorno di fiamma. La nascita del MSI a Catania, 1943-1948, Piano Tavola, Nuova Poligrafica, 1991.
  • Militello dalla A alla Z, a cura di, Catania, Biblioteca della Provincia Regionale di Catania, 2003.
  • Gaetano La Terza. Scritti e discorsi, Catania, CE.S.PO.S, 2005.
  • "Castel di Judica. Dall'autonomia comunale al dopoguerra", Catania CE.S.PO.S, 1992.

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Note[]

Collegamenti esterni[]

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